Fatevi araldi della dignità dell'uomo
L'INVITO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

Di Marco Fantoni




Sull'ultimo numero della nostra rivista ci eravamo già soffermati sulla ricorrenza dei 50 anni della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo da parte dell'Assemblea delle Nazioni Unite.
Vale la pena, anche in questa occasione, ritornare sull'argomento, non tanto per parlare del mezzo secolo passato, ma prendendo spunto dal Messaggio di Giovanni Paolo II in occasione, lo scorso 1° gennaio, della Giornata Mondiale della Pace, per un approfondimento.
Il Papa, ha suddiviso la sua riflessione in 13 punti, ricordando comunque come già a più riprese in passato aveva toccato questo tema, a partire dalla sua prima Enciclica, Redemptor hominis, dove sottolineava l'importanza dei diritti umani: "La pace fiorisce quando tali diritti vengono osservati integralmente, mentre la guerra nasce dalla loro violazione e diventa poi causa di ulteriori violazioni anche più gravi."
È l'ultimo messaggio prima del Grande Giubileo ed il Papa ha voluto soffermarsi su questo tema che considera di capitale importanza e che coinvolge tutti, uomini e donne di tutto il mondo con le responsabilità che ogni individuo ha.
Al punto 2 del messaggio, Giovanni Paolo II pone l'accento su quello che può essere considerato il punto centrale dello stesso, ma anche del pensiero umano: il rispetto della dignità umana, patrimonio dell'umanità. Riprendendo la Genesi (Gn 1, 26-28) puntualizza come ogni persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio e, pertanto, radicalmente orientata verso il suo Creatore, è in costante relazione con quanti sono rivestiti della medesima dignità. La promozione del bene dell'individuo si coniuga così con il servizio al bene comune, là dove i diritti e doveri si corrispondono e si rafforzano a vicenda.
Ha ricordato come i frutti di ideologie quali il marxismo, il nazismo, il fascismo, o anche di miti quali la superiorità razziale, il nazionalismo ed il particolarismo etnico siano stati evidenziati nella storia umana. Non ha sottaciuto altri fenomeni, come il consumismo materialistico, dove l'esaltazione dell'individuo ed il soddisfacimento egocentrico delle aspirazioni personali diventano lo scopertine/copo ultimo della vita.
Ed è proprio il riconoscimento della dignità umana, il considerare la vita un dono che ci deve far vivere di conseguenza. In ogni momento, in ogni comportamento, in ogni situazione. Dalla vita di tutti i giorni, sul lavoro, nello svago. Forse e soprattutto nell'impegno politico, dove mettendosi a disposizione di una comunità, dalla più piccola, all'organizzazione che decide le sorti di intere popolazioni, la dignità della persona deve essere tenuta ben presente, lì davanti ed agire di conseguenza, dimenticando interessi personali o di lobby particolari che possano compremettere il bene comune.
Il cristiano in questo caso porta la responsabilità maggiore, proprio perché testimone e portatore di valori che si rifanno all'immagine di Dio attraverso l'insegnamento evangelico del Figlio.
Il Pontefice ha insistito sul fattore dignità dell'uomo rifacendosi alla Dichiarazione Universale ribadendo che:"...essa riconosce i diritti che proclama, non li conferisce; essi, infatti, sono inerenti alla persona umana ed alla sua dignità. Conseguenza di ciò è che nessuno può legittimamente privare di questi diritti un suo simile, chiunque egli sia, perché ciò significherebbe fare violenza alla sua natura. Tutti gli esseri umani, senza eccezione, sono eguali in dignità. Per la stessa ragione, tali diritti riguardano tutte le fasi della vita e ogni contesto politico, sociale, economico o culturale. Essi formano un insieme unitario, orientato decisamente alla promozione di ogni aspetto del bene della persona e della società.
Siamo da poco entrati nell'ultimo anno del millennio e voltandoci anche solo un attimo ci possiamo accorgere che "qualcosa" non ha funzionato. Quando parliamo di dignità della persona umana e ascoltiamo le parole di Giovanni Paolo II ci rendiamo conto che di errori ne abbiamo fatti. Il problema non è cercare il o i colpevoli in questo caso, ma voler approfittare delle esperienze negative del passato per costruire su basi solide, un futuro che dia quel rispetto alla persona che troppe volte abbiamo negato.
Nel messaggio, il Papa ha poi evidenziato i diversi diritti, tra i quali i più esposti a violazione affermando, come spesso fatto in passato, come il diritto alla vita sia fondamentale. Riprendendo l'Enciclica Evangelium Vitae ha ribadito come: "La vita umana è sacra ed inviolabile dal suo concepimento al suo naturale tramonto. Non uccidere è il comandamento divino che segna un estremo limite oltre al quale non è mai lecito andare. L'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale". In quest'ambito e preoccupato dei recenti sviluppi dell'ingegneria genetica ha evidenziato come anche in questo campo la ricerca scentifica debba essere al servizio della persona e accompagnata da un'attenta riflessione etica che possa ispirare adeguate norme giuridiche a protezione della vita umana. Ha così ancora una volta di più voluto affermare come la vita umana non debba essere ridotta ad un semplice oggetto.
Il rispetto della vita è spesso calpestato con forme diverse di violenza. Sono quelle forme che conosciamo tutti, forse troppo a memoria, forse asuefatti dalle ../../../../ strazianti che ci ritroviamo in casa durante l'ora di cena e che non riusciamo più a distinguere dai films che seguono i telegiornali. Il Papa li ha ricordati: "la fame, i conflitti armati, la diffusione criminale delle droghe e del traffico d'armi; quella degli sconsiderati danneggamenti dell'ambiente naturale". C'è il rischio di dirci che sono sempre le solite cose, che non cambieremo mai il mondo. È vero, il mondo non lo cambieremo, ma iniziando a cambiare noi stessi, soprattutto come cristiani, ci accorgeremo che la visione sul mondo sarà diversa. Ed è anche accogliendo le parole di Giovanni Paolo II in conclusione al suo messaggio, dove parla di "Tempo di scelte, tempo di speranza" che l'uomo deve sperare in un mondo più giusto e solidale, come aspirazione che deve essere realizzata. È l'invito rivolto a tutti i testimoni del Vangelo. "Fatevi araldi della dignità dell'uomo!" è l'incoraggiamento lanciato in questo ultimo anno in preparazione del nuovo millennio. Ed è accettando "questo invito che ritroviamo il segreto del rispetto dei diritti di ogni donna e di ogni uomo. L'alba del nuovo millennio ci troverà così più disposti a costruire insieme la pace".